Saluto a Silvano dagli amici dell'AISM
Un uomo giusto. Un uomo saggio. Un paziente costruttore di solidarietà. Non ci sono parole sufficienti per poter testimoniare lo spessore umano e la coerenza cristiana di Silvano Marchi.
Molteplici sono stati i suoi ruoli nella comunità civile e cristiana pisana. Le sue esperienze dell'epoca bellica, del periodo della ricostruzione e poi degli anni dello sviluppo della democrazia, vissuto nella città e nella provincia di Pisa, riaffioravano spesso, con accenti vividi, nei racconti che offriva con spontaneità e con semplicità agli amici.
Lo vogliamo qui ricordare come uno dei padri fondatori e una colonna portante della Sezione Provinciale della Associazione Italiana Sclerosi Multipla, un'esperienza che lo ha segnato a partire dagli anni '80. Abbiamo avuto la fortuna di attraversare insieme a Silvano due decenni di impegno, di sensibilizzazione, di fatica, di condivisione di un progetto comune. Con l'obiettivo di una maggiore conoscenza della malattia, per poter convivere più consapevolmente con questa "compagna" che frena la vita. Alla ricerca di risorse terapeutiche nuove e di risposte assistenziali migliori, che permettessero alle persone con Sclerosi Multipla di guardare con più serenità all'oggi e con più fiducia al domani. In un rapporto dialettico con le istituzioni, per stimolare risposte concrete alle esigenze delle famiglie interessate dalla patologia. Silvano è stato da sempre l'anima di tutto questo. Ha svolto il suo ruolo di volontario partendo da un forte coinvolgimento di tipo familiare, ma si è da subito dedicato totalmente, con generosità, alla costruzione di una realtà associativa in cui ognuno potesse trovarsi a proprio agio, a casa propria. Silvano ha vissuto il volontariato con dedizione e insieme con umiltà, con professionalità e con mitezza, con puntigliosità e con semplicità. Per tutti noi è stato come un padre, un amico, un consigliere, un suggeritore, un conforto, una guida, un fratello. Pronto ed efficiente all'occorrenza. Calmo e flemmatico quando si trattava di recuperare il ritmo giusto della vita. Un ottantenne giovane e moderno, aperto al futuro. In grado di stabilire un rapporto diretto, empatico con ogni persona che incontrava... e da tutti ricambiato con attenzione, con affetto, con ammirazione.
Dire oggi che siamo orfani è dire la verità, ma solo in parte. Silvano, da buon maestro, ha svolto anche con noi una intensa opera educativa, e in qualche misura si aspetta che ognuno metta in pratica la lezione imparata. Questa è l'altra parte di verità: Silvano ha seminato bene e a tutti coloro che gli vogliono bene è affidata la cura di questo seme. Con la speranza cristiana che, se questo è il tempo del pianto, ci sarà un giorno anche il tempo della consolazione, in un abbraccio che può riempire il cuore di tutti coloro a cui Silvano si è donato, nella famiglia, nella scuola, nelle istituzioni, nella chiesa, nella politica, e anche nella associazione.
Grazie, maestro, della tua lezione di vita.